Padova e dintorni: alla scoperta delle ville venete
Nell'area del padovano, così come in tutto il Veneto, non sono poche le ville venete che costellano la regione impreziosendone l'elevato valore artistico-architettonico. Ville venete, in particolare, sono ravvisabili lungo la Riviera del Brenta, ma anche in parte delle zone pianeggianti del Friuli-Venezia Giulia.
Ma cosa si intende quando si parla di "villa veneta"? E quali sono gli aspetti storici e culturali da tenere in considerazione?
Partiamo da una definizione generale.
Per "villa veneta" si intende una specifica tipologia di residenza patrizia risalente all'epoca del Patriziato veneziano. Siamo negli anni della Repubblica di Venezia, con riferimento al periodo tra gli ultimi anni del XV secolo e il XIX secolo.
Si tratta di un arco temporale piuttosto ampio - parliamo di un periodo di circa tre secoli - durante il quale, per volontà dei patrizi veneziani, vennero fatti erigere quegli edifici che prendono il nome di "ville venete".
In più di 300 anni si procedette con la realizzazione di oltre 4.000 ville venete, buona parte delle quali, in virtù del loro valore storico-architettonico, è stata preservata da un istituto apposito, l'Istituto Regionale Ville Venete.
Nel solo Veneto sorgono oltre 3.800 ville, mentre in terra friulana se ne contano più di 400. Nel dettaglio, l'80% degli edifici appartiene a privati, mentre un 5% è in mano al clero; il restante 15%, invece, risulta essere di proprietà pubblica/mista, a seconda degli edifici presi in considerazione.
Dopo una prima parte introduttiva, cerchiamo di comprendere le peculiarità e le unicità di edifici simili, in modo tale da farci un'idea precisa in merito alla bellezza e al valore delle ville venete.
Quando si parla di ville venete si fa riferimento a edifici di grande pregio architettonico. Non è un caso che, tra gli architetti impegnati nella realizzazione delle ville, figuri anche quell'Andrea Palladio al quale si deve la concezione delle celeberrime "ville palladiane".
A testimonianza dell'importanza di quest'ultime, è sufficiente sottolineare il loro inserimento all'interno della lista dei patrimoni dell'umanità stilata dall'UNESCO.
Tuttavia, Palladio fu solo uno dei tanti architetti che si impegnarono nella concezione delle celebri ville veneti. Altri maestri, come Falconetto, Scamozzi e Jacopo Sansovino, si cimentarono nella realizzazione di progetti architettonici di indubbio valore, che diedero lustro all'intero territorio veneto.
Ad elevare ulteriormente il pregio delle ville ci pensarono gli artisti che si occuparono delle decorazioni delle stesse: tra i più noti si ricordano Giambattista Tiepolo, Giovanni Battista Zelotti e il noto Paolo Veronese, autore di un altrettanto celebre ciclo di affreschi presso una delle 24 ville palladiane, Villa Barbaro.
Ma come si giunse alla realizzazione delle ville venete? Quale fu lo spunto che diede adito alla concezione di simili edifici?
L'impulso che portò alla nascita delle ville venete può essere ravvisato a cavallo tra il XIV e il XV secolo.
A quel tempo gli aristocratici veneti e veneziani iniziarono a provare un forte interesse per i possedimenti fondiari, anche e soprattutto in seguito alle conquiste veneziane della Terraferma veneto-friulana - la quale sarebbe andata a formare i Domini di Terraferma con lo Stato da Màr e il Dogado.
Oltre all'acquisto di fondi, gli aristocratici si impegnarono anche nell'investimento di denaro in ambito agricolo. Le ville venete nacquero dunque come un simbolo delle circostanze del tempo: gli edifici vantavano la grandiosità tipica delle residenze signorili, e al contempo permettevano di gestire oculatamente le tenute e i terreni circostanti.
Rispetto ad altre tipologie di ville, le venete assolvevano due funzioni differenti: da un lato, avevano l'aspetto di edifici di rappresentanza; dall'altro, assumevano a tutti gli effetti lo status di edifici di svago, nonché di centri produttivi.
La nascita e la crescita delle ville avvenne anche e soprattutto grazie alle risorse dei mercanti veneziani, forti del loro intrattenere commerci ben oltre l'area mediterranea (è il caso, ad esempio, dei legami commerciali con il Baltico e le Fiandre).
Si giunse quindi alla volontà di soddisfare le esigenze dei veneziani di tornare nelle campagne. A lungo gli aristocratici avevano vissuto nel solo e unico territorio di Venezia, costituito, com'è noto, di laguna e di calli, e l'eventualità di trascorrere il proprio tempo sulla terraferma, magari in una villa fastosa, era considerata alla stregua di un'utopia.
Operare un cambiamento nello stile di vita del tempo, però, era certamente fattibile.
Le conquiste della Repubblica di Venezia, che era stata capace di riportare la pace nell'area veneta, avevano reso possibile l'eventualità suddetta: i cittadini veneziani erano pronti per tornare nelle campagne, e le ville venete avrebbero rappresentato lo spazio ideale in cui dimorare.
In breve tempo si avviò la progettazione delle prime ville, concepite sulla base degli antichi castelli oramai in disuso.
I castelli sorgevano in aree di notevole valore paesaggistico, e pertanto avrebbero garantito un maggior pregio alle ville future. Gli aristocratici veneziani procedettero quindi con le conversioni delle strutture esistenti, trasformando le fortificazioni in ville eleganti, e in esse vi aggiunsero elementi architettonici già osservabili in città.
Il culmine della ricerca stilistica è dato senza dubbio dal lavoro di Andrea Palladio, le cui ville palladiane rappresentano l'emblema del connubio tra area urbana e spazio rurale.
In sostanza, si era verificato un vero e proprio interscambio tra l'eleganza della venezianità e la vita in campagna, un qualcosa di ravvisabile anche nell'arte del '500 prodotta dagli artisti veneti.
Ben presto, dopo gli sviluppi delle prime ville, gli edifici divennero una vera e propria moda. Diverse famiglie nobiliari iniziarono a spendere ingenti quantità di denaro per la realizzazione di ville sfarzose, parte delle quali da sfruttare solamente nel periodo estivo, nonché in occasione di eventi e festività.
Se in un primo momento le ville venete erano nate per il soddisfacimento di un'esigenza di "rusticità", a pochi anni dai primi progetti si assistette a una sorta di... inversione di tendenza.
Le ville iniziarono persero il gusto rustico per il quale erano state realizzate in principio, e poco a poco crebbero in dimensioni, tanto da essere paragonabili allo sfarzo dei palazzi cittadini. Accanto agli edifici sorsero giardini, siepi, fontane con giochi d'acqua particolarmente scenografici.
La ricchezza di un nobile era misurabile sulla base della grandiosità delle ville realizzate.
Esaminando la struttura tipica delle ville, risulta maggiormente in evidenza il corpo architettonico collocato al centro dell'intero progetto. L'edificio rappresentava la residenza dei proprietari terrieri, meta di villeggiatura nel periodo delle vacanze.
Accanto alla residenza sorgevano depositi e piccoli fabbricati inerenti allo svolgimento delle mansioni agricole.
I complessi architettonici vennero ulteriormente sviluppati dal punto di vista decorativo: le ville si arricchirono di pitture, affreschi, sculture e ampi giardini, emblema della potenza del nobile.
Le ville venete più famose a Padova e dintorni sono:
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