La grandezza e l'eleganza del palazzo della Ragione di Padova
A Padova sorge l'elegante palazzo della Ragione, anche noto come Salone. Un tempo il palazzo veniva utilizzato in qualità di sede giuridica, comprendendo al suo interno i tribunali cittadini; e non solo: l'edificio era adibito anche all'organizzazione del mercato coperto della città padovana. La grandezza e l'eleganza del palazzo della Ragione di Padova
La costruzione del palazzo risale al XIII secolo, e più precisamente al 1218-1219, ma il suo completamento sarebbe avvenuto solamente una novantina di anni dopo. Era il 1306, infatti, quando l'architetto Giovanni degli Eremitani, tra i più noti esponenti dell'architettura veneta del tempo, fece collocare la nota copertura a forma di carena di una nave, seppur rovesciata.
L'appellativo "Salone", citato in precedenza, non è casuale: l'edificio presenta una sala pensile (ossia sollevata da terra) di eccezionale grandezza, misurante 81 x 27 metri; l'altezza non è meno rilevante, arrivando a toccare quota 27 metri.
Dati simili rendono il palazzo della Ragione l'edificio con la sala pensile più grande del mondo, collocata nel piano superiore dell'edificio stesso.
Al di sotto del Salone, e dunque al piano inferiore del palazzo, viene organizzato il mercato coperto della città di Padova, potendo sfruttare gli ampi spazi messi a disposizione dall'edificio.
A questo punto, dopo una prima parte introduttiva, torna utile esaminare nel dettaglio i principali riferimenti storiografici del palazzo.
Il luogo nel quale sorge il palazzo pare essere stato abitato sin dall'antichità. Al di sotto dell'edificio, infatti, sono stati individuati resti risalenti all'epoca romana, testimonianza diretta dell'eredità storica lasciata dall'Impero duemila anni or sono.
Benché si sappia con relativa certezza che l'inizio delle costruzioni risalga al 1219, la data della concezione del primo edificio effettivo rimane un mistero. Tuttavia, è noto che al 1166 sussisteva già la parte inferiore del fabbricato, al tempo adoperata per lo svolgimento di funzioni pubbliche.
Tornando al 1219, l'edificio, all'epoca, aveva già la funzione citata in precedenza, relativa al contenimento dei tribunali. Inoltre, il palazzo di allora era altresì la sede di uffici finanziari.
Entrambe le funzioni vennero mantenute particolarmente a lungo, tanto da estendersi sino alla fine del XVIII secolo.
Per quanto riguarda la funzione commerciale, quest'ultima è l'unica a essere stata assolta in maniera continuativa: ad oggi, infatti, il mercato coperto viene organizzato con regolarità.
La forma attuale del palazzo è dovuta all'operato di Giovanni degli Eremitani, già citato in precedenza con riferimento alla collocazione della copertura. L'architetto si occupò di far realizzare una grande volta in legno, costituita da due calotte distinte; l'operazione venne portata a termine tra il 1306 e il 1309, e successivamente si procedette con l'aggiunta di un porticato.
Oltre a tutto ciò, un'ulteriore aggiunta riguardò la creazione delle logge.
Venne quindi ricostruito il tetto, concependolo con capriate in legno di larice, ricoprendolo con piastre adeguate ed eliminando le colonne centrali.
L'accesso al salone dell'edificio era garantito dalla presenza di quattro scalinate. Ognuna di queste era denominata come il mercato organizzato al termine dei gradini, nomi che resistono ancora oggi nonostante siano trascorsi secoli.
Un esempio è dato dalla Scala degli uccelli, al termine della quale sorgeva il mercato dedicato alla vendita dei volatili; e vi erano anche la Scala dei ferri lavorati, sorgente in Piazza delle Erbe, la Scala della frutta, nella piazza omonima, e la Scala del vino, anch'essa in Piazza delle Erbe.
Al tempo dei comuni vigeva anche un passaggio che portava dalla loggia al Palazzo delle Debite, demolito nel 1873. L'edificio sorgeva di fronte al palazzo della Ragione, ed era sede di carceri adibite all'accoglienza dei debitori insolventi, incapaci di sanare i loro debiti.
Oggi il Palazzo è stato sostituito da una versione progettata da Camillo Boito, critico d'arte e architetto (l'edificio ha assunto il nome precedentemente in uso).
Degno di nota è il fatto che esista tutt'oggi un ulteriore collegamento tra il palazzo della Ragione e quello del comune.
Un evento particolarmente significativo, relativo alla storia del palazzo, è il passaggio di un turbine che, il 17 agosto del 1756, scoperchiò e distrusse il tetto dell'intero edificio. L'assetto originario venne ripristinato grazie al lavoro di un ingegnere della Repubblica veneziana, Bartolomeo Ferracina, che in passato aveva lavorato anche alla costruzione dell'orologio di piazza San Marco.
La ricostruzione perdurò per buona parte della seconda metà del secolo, sino ad arrivare al 1797, anno in cui avvenne il trasferimento dei tribunali e in cui il Salone venne definitivamente riaperto, impiegato per la celebrazione di feste, ricorrenze e altri eventi popolari.
Per quanto riguarda la decorazione, il palazzo della Ragione possedeva un ciclo pittorico realizzato presumibilmente da Giotto. Tuttavia, un incendio avvenuto nel 1420 ne ha causato la distruzione.
Il Salone dispone ugualmente di un ciclo di affreschi di particolare pregio, concepiti tra il 1425 e 1440 e aventi come oggetto tematiche di astrologia. La realizzazione dei lavori è opera di Stefano da Ferrara e Niccolò Miretto.
Gli affreschi corrono lungo oltre 200 metri complessivi, e ricoprono le quattro pareti del Salone. Le tematiche astrologiche sono divise in dodici comparti differenti, ognuno dei quali facente riferimento a un mese dell'anno.
Inoltre, i singoli comparti presentano la figura di un apostolo, nonché allegorie di un pianeta, di un segno zodiacale, del mese in corso, delle costellazioni e altro.
Gli affreschi sono stati restaurati a partire dal 2000, grazie a un intervento dovuto parzialmente ai fondi economici derivanti dal Gioco del Lotto.
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